Uffa!
Come ho scritto anche altrove, durante questa campagna elettorale disgustosa che non si vede l’ora che finisca mi sono ripromesso di scrivere il meno possibile, cercare di non commentare quello che scrivono altri e non visionare pagine Facebook diverse da quelle di chi voterò a giugno.
Ma di nuovo un amico mi segnala una divertente diatriba che interrompe il cupo clima politico che ci avvolge.
Dice che la nota IGNORANTIA LEGIS eccetera se l’è presa con Mauro Mengoli che ha tra le sue fila l’altrettanto noto Massimiliano Mazzanti presunto insultatore di poliziotti che ha ricevuto relativa condanna a quattro mesi in primo grado di giudizio.
Il giornalista ha allora redarguito IGNORANTIA perché non avrebbe considerato ben più lieve il suo insulto ai poliziotti delle manifestazioni di giovani esagitati contro la polizia avvenute 11 anni prima e per le quali la condanna sarebbe probabilmente caduta in prescrizione.
Di qui il sospetto che il candidato sindaco adesivamente furgonato di cui la pagina facebook in questione è oggettivamente fiancheggiatrice non sia realmente divenuto un sincero destrorso ma abbia mantenuto le deplorevoli caratteristiche etiche e morali che caratterizzano noi zecche rosse, pur essendo sostenuto da legaiuoli e da circoli borghesi, mica da quadrati proletari.
Mi corre l’obbligo di ricordare che insieme a Marchi fummo oggetto di sgradevoli reazioni durante la precedente campagna elettorale in quanto, come blogghino fiancheggiatore di Prima Castenaso, osammo sottolineare quanto potesse essere ingombrante una figura che aveva un curriculum di destra estrema e vantava amicizie con personcine quali Fioravanti, Mambro, Cavallini e compagnia stragista cantando.
Proprio per la presenza di quell’ospite denominai il gruppo che promuoveva la candidatura di Mazzoncini “malloppa nera” attirandomi l’ostracismo di persone con le quali avevo collaborato piacevolmente sia in Marchi Sindaco-Uniti per Castenaso sia nei comitati contro il Passante Nord, la riforma costituzionale renziana e la fusione con Granarolo.
Per dire che se hai qualcosa da argomentare a poposito di Mazzanti non è per il fatto che i poliziotti, come le donne, non si toccano nemmeno con un fiore.
S.N.
angeloa769a01b10 ha detto:
Per dovere di cronaca, riporto la risposta data da Massimiliano Mazzanti alla pagina degli “Ignuresen legis …”
“Dispiace che rendiate tanto poco onore non solo all’intestazione di questa pagina, ma anche alla professione giornalistica a cui aspirerebbe di votarsi il vostro più assiduo compilatore di “post”. Definire “condannato” chi ha perso il primo grado di una contesa giudiziaria, rimediando il minimo della pena e pure con lo sconto di un terzo, francamente fa ridere. E se un verdetto simile merita un titolo a tre colonne sul Carlino – lo dico senza falsa modestia -, dimostra solo la caratura del personaggio, il quale, evidentemente, “fa notizia” qualsiasi cosa faccia o gli accada. Entro anche nel merito, se tanto vi appassiona il tema. Come sanno tutti i bolognesi che leggono i giornali, proprio il 24 aprile, giorno in cui la sentenza in oggetto è stata emessa, decine di militanti della Sinistra locale sono stati condannati a eguale pena per aver aggredito con lancio di sassi, bottiglie e quant’altro un intero reparto della Polizia, costringendo, tanto era la violenza, gli agenti a rinculare e lasciare libero il campo alla loro tracotanza. Quella condanna è giunta a 11 anni dai fatti e, quindi, presto anche le pene comminate saranno estinte. Di contro, il mio caso è stato esaminato con curiosa speditezza, pur trattandosi di una frase – lo testimoniavano i filmati – palesemente parte di un comizio, con cui denunciavo il modo in cui non gli agenti lì presenti, ma il governo della polizia aveva comandato loro di operare in uno dei momenti più drammatici della nostra storia. Storia, come ha dimostrato la recente vicenda dell’ex-ministro Roberto Speranza, che ha dato e ogni giorno dà sempre più ragione a chi ha avuto il coraggio di opporsi alla criminale gestione della così detta pandemia. Per tanto e per rispondere alla domanda che ponete pubblicamente a Mauro Mengoli, i cittadini di Castenaso possono stare tranquilli, se il tema è la mia “fedina penale”, che è tutt’ora trasparente e quanto meno non ancora gravata da alcunché. Diversamente, se si tratta di cittadini che non sono di sinistra, è meglio che si preoccupino, poiché appare chiaro come una limpida, lunga e intensa militanza nella Destra di oltre 41anni, a Bologna, può essere facile motivo anche di ingiuste valutazioni nelle stesse aule di giustizia, in cui si pratica sempre più di sovente la tolleranza e l’indulgenza per chi commette reati pericolosi – come lo spaccio degli stupefacenti – o per chi, nell’ambito della politica, si lascia andare comportamenti, quelli sì delinquenziali, teppistici e veramente inaccettabili, ma in nome di altro tipo di ideologie. E quando la giustizia viene amministrata diversamente, a seconda della bandiera che i diversi attori del processo hanno nel cuore, è un problema per tutti, non solo per gli eventuali imputati. Ripeto limpida, intensa e lunga militanza nella Destra per marcare la differenza con quanti, dimostrando di non aver perso le caratteristiche originarie, dopo aver militato per anni e anni nel Pd e goduto dei tanti vantaggi che qui si hanno a governare con gli epigoni dei comunisti, oggi si fanno vessilliferi di movimenti politici come la Lega o come Fratelli d’Italia. Partito, quest’ultimo, che a Bologna ho fondato io nel lontano 2013 e che ho fatto bene ad abbandonare, vista la spregiudicatezza con cui arruola gente che nulla ha a che vedere con le idee e lo stile che dovrebbero contraddistinguere gli eredi del Msi e del Fdg.”