Un riferimento alto.

Recita così la terzina del (45-48) del XIV canto del Purgatorio. È il canto in cui si punisce l’invidia è qui Dante parla degli aretini come popolo, dopo aver già condannato alcuni personaggi illustri all’Inferno, descrivendo la loro indole e rendendola immortale con la sua opera. Gli aretini talmente rabbiosi da portare l’Arno a girare prima di Arezzo proprio per non incontrare i suoi abitanti.

Divenne sinonimo di  persona che faccia la voce minacciosa e sia incapace di offendere

La loro squadra…e la poesia che gli avrebbero dedicato i lucensi: